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sabato 30 gennaio 2010

Quotidiano Net - Cerchi lavoro? Negli Usa le aziende ti bocciano anche per la reputazione online

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venerdì 29 gennaio 2010

REPUBBLICA DOMENICANA

Siamo partiti il lunedì 14 dicembre 2009 destinazione Repubblica Domenicana. Arriviamo all’aeroporto di Fiumicino (Roma) all’imbarco n° 3 per i voli Internazionali … l’orario di partenza era previsto per le ore 12.30 ma come immaginavamo ha avuto un lieve ritardo di due ore.

Atterriamo in terra domenicana – aeroporto LA ROMANA – alle ore 19.30 (ora locale) ore 00.30(ora italiana). Il servizio di navetta ci porta in Hotel al BRAVO VIVA DOMENICUS PALACE situato a Bayahibe a circa 2 ore di pullman da Santo Domingo.






















Bayahibe dispone di uno dei migliori siti di immersione e di snorkeling e delle più belle spiagge del Paese. Non ha ancora rinunciato alle proprie tradizioni, mentre intorno alla località incalza l’attività turistica. Antichi relitti giacciono sui suoi fondali, a pochi metri di profondità. Fino a pochi anni fa era un tranquillo villaggio di pescatori oggi sono sempre più numerosi i grandi complessi turistici che sorgono di fronte alla curatissima spiaggia di Playa Bayahibe.

Tante sono le escursioni possibili nel mitico Mar dei Caraibi

CATALINA VIP. Catalina è ritenuta una dei luoghi più affascinanti di tutta la Repubblica Domenicana. Possibilità di fare Snorkeling dato che ha uno dei più bei fondali marini vicinissimo alla barriera corallina. Per chi la visita è obbligatorio visitare Altos de Chavon un piccolo paesino in stile medievale.

SAONA: un paradiso terrestre immerso nel mar dei caraibi, dove le splendide spiagge bianche e le innumerevoli palme accarezzano un mare dai mille colori. La ciliegina sulla torta è senza dubbio quella di poter fare il bagno insieme a delle stelle marine giganti.
Santo Domingo: la prima città del nuovo mondo fondata dopo l’arrivo di Cristoforo Colombo. Per gli amanti dell’arte e della storia tanti sono i posti da visitare….
L’Alcazar la casa museo di Diego Colombo, Il Pantheon Nazionale e la prima cattedrale di tutte le Americhe.




Per gli amanti dell’avventura sono da non perdere:

RIVER CHAVON: a bordo di una tipica imbarcazione si va alla scoperta del fiume Chavon e dei magnifici paesaggi che lo circondano. Si viene catapultati in una realtà incontaminata sembra quasi di essere i protagonisti di un film. Infatti è proprio qui che si sono girate scene di alcuni film Apocalypse Now e King Kong


CREZY WHEELS: un esperienza unica alla guida di un boggy e di una moto a quattro ruote nella stessa escursione: attraversando vallate e pianure, campi di canna da zucchero e villaggi fino ad arrivare alla bellezza della natura tropicale che circonda il fiume Chavon

gente come noi

Gente che non sa che la sua normalità
E' la cosa più preziosa da
salvare
In un modo dove noi siamo figli e non eroi
Non abbiamo fatto
guerre, siamo padri senza terre
Gente che non sa dove nasce la felicità
Anche da una mano tesa nel dolore
A chi riceve e non dà
A chi vive e
non lo sa
Che il regalo suo più grande è il sapere che domani ci sarà
Gente come noi che sogna ancora
Un grande amore da trovare per amore
In un mondo dove l'emozione non è più un valore
Dove una canzone non si
ferma al cuore
Dove una parola non ferisce più
Gente come noi che crede
ancora
Che puoi donare ad un bambino un'altra aurora
Gente come noi che
ti sa dare
Come regalo per ricominciare
Due ali nuove ad una vecchia
aquila da far volare
Gente che non sa dove inizia la realtà
E ti uccide
senza spendere una lacrima
A chi vuole sempre più
A chi il cielo è
sempre blu
A chi non apprezza niente
A chi ha tutto e tutto poi non
basta più
Gente come noi che crede ancora
Che non aiuta solamente la
parola
Gente come noi che crede ancora
Che puoi donare ad un bambino
un'altra aurora
In un mondo dove l'emozione non è più un valore
Dove una
canzone non si ferma al cuore
Dove una parola non ferisce più
Ma c'è
gente in questo stesso mondo
A cui se nasce un figlio come vede l'alba vede
già il tramonto
Perché una condanna vive dentro sè
Gente come noi che
crede ancora
Che non aiuta solamente la parola
Gente come noi che crede
ancora
Che puoi donare ad un bambino un'altra aurora
Gente come noi....
gente come noi..

4) “Donare Amore per un sorriso”

Il regalo più grande che ho ricevuto è stato un: SORRISO

Il sorriso di quella donna apparentemente fredda, cattiva e distaccata.


Pian piano mi ha fatto entrare nella sua casa, nella sua vita e nei suoi ricordi. Una donna che ha avuto una vita tormentata fin da piccola. All’età di 9 anni abbandona gli studi ed esce di casa per lavorare. Lei dice sempre di aver vissuto in tre mondi diversi. I primi due condizionati dall’aver vissuto entrambe le guerre e anche se all’epoca era solo una bambina ricorda bene il dolore, la sofferenza, la paura, la fame di quegli anni. Il terzo mondo è quello attuale, per lei che una donna di principio, una donna con una grande forza d’animo e che nutre un forte rispetto sia per se stessa che per gli altri si trova a vivere in un mondo senza valore e senza pudore. Spesso mi è capitato di percepire nei suoi racconti tormentati la sofferenza per un grande amore, sembra quasi di riuscire ad intravedere quel cuore che a distanza di anni sanguina ancora. All’epoca la vita era diversa, la vita di coppia nasceva su basi diversi. Si scambiavano soli pochi baci di nascosto. Un tradimento, una gravidanza ha impedito il matrimonio tanto sognato ancora oggi da questa arzilla 93 enne. Il forte amore ed il grande rispetto per la famiglia e per i valori importanti della vita l’hanno resa una donna speciale. Una donna che con dolore accetta la morte dei genitori, del fratello tanto affezionata. Una donna che ha vissuto la sua vita con pane, lavoro e amarezza. Vive da sola e soffre maledettamente la solitudine anche se è sempre circondata da amiche che le vogliono bene. Ma non è solo questo! A testa alta ha sempre lavorato, con dignità dice di “aver fatto tutta l’arte del mondo tranne a ‘ zoccola e a marjola”, ama mangiare bene e vestire bene. Non rinuncia al mezzo bicchiere di vino e al vestito in pura seta. Anche se non sa leggere e non sa scrivere ragiona da far invidia anche alla persona più istruita. Vorrebbe tanto far tornare indietro il tempo di dieci quindici anni perché ha ancora tante cose da fare e la paura di morire l’incupisce e la porta a chiudersi a riccio.

Qualche giorno fa ho letto il testo di una canzone “Luci a San Siro” di Roberto Vecchioni, e mai nessuna poesia così naturale e reale è più appropriata, la realtà dura e concreta ti viene sbattuta in faccia in una semplicità unica nel suo genere.

“ Milano mia portami via
fa tanto freddo e schifo e non ne posso più
facciamo un cambio prenditi pure quel po' di soldi
quel po' di celebrità
ma dammi indietro la mia seicento
i miei vent'anni ed una ragazza che tu sai
Milano scusa stavo scherzando
luci a San Siro non ne accenderanno più “

Forse sono troppo giovane per comprendere fino in fondo il significato di questa canzone, io che amo la vita e che canto la voglia di libertà. Io che sogno l’amore delle favole, io che vivo e mi godo i miei vent’anni pieni di dubbi, paure e perplessità, pieni di tanta insicurezza sia per il presente che per il prossimo futuro. Un futuro che non ha sicurezze che non offre garanzie soprattutto se si vive in un piccolo contesto come quello della costiera sorrentina.
La Costiera tanto acclamata e decantata in tutto il mondo, ricca di colori e sempre riscaldata dai raggi del suo splendido sole. Un paradiso terrestre nato tra mari e monti, ricco di profumi, colori, note musicali, storia e tradizioni. Un luogo da cui è difficile allontanarsi soprattutto per chi vi è nato.

3) Una Missione d’amore

Gennaio 2009


“caro amico ti scrivo e così mi rilasso un po’, l’anno vecchio è finito ormai,
ed è questa la novità”

Eh si! Il 2009 è stato un anno di cambiamento e di crescita personale e professionale; questo lo devo all’esperienza del Servizio Civile che veramente se vissuta in pieno ti cambia la vita. Approdai all’ Uss di Massa Lubrense il 18 gennaio 2009 dopo aver sostenuto in precedenza 15 giorni di formazione. Giorni di confusione e sbandamento. Giorni che dal mio punto di vista, a distanza di mesi ritengo che siano stati inutili. Il contesto reale, le difficoltà delle persone che ogni giorno chiedono aiuto non hanno niente a che vedere con quelle poche nozioni apprese tra formazione in aula e a distanza. Ho avuto la fortuna di essere seguita da una Responsabile di Progetto, nonché Assistente Sociale comprensiva e preparata che mi ha aiutato a crescere e che mi ha insegnato ad aiutare chi ne ha più bisogno. Una donna che a testa alta ha affrontato situazioni difficili e di disagio, in cui io personalmente non ci sarei mai riuscita pur avendo un carattere molte volte forte.
Io arrivavo dal niente, ero una semplice studentessa catapultata in un contesto non sempre roseo. Non sapevo a cosa potessi andare incontro, non sapevo come era organizzato un Ufficio e come bisogna muoversi. Ero la nuova arrivata ma in realtà non mi sono mai sentita cosi. Mi sono sempre messa a disposizione per qualsiasi cosa. Dopo soli due giorni ho iniziato le assistenze domiciliari e ad ambientarmi in un contesto nuovo. Penso di aver istaurato un buon rapporto un po’ con tutte le colleghe in Servizio Civile anche appartenenti a progetti diversi. Non potrò mai dimenticare le lunghe chiacchierate fatte in Ufficio quando la Responsabile era fuori. Parlare, confrontarsi, ridere, aiutarsi e scherzare su qualsiasi argomento hanno rallegrato le giornate di tutte noi. Dentro di me porterò il ricordo di tutte, chi in un modo, chi in un altro hanno lasciato una piccola traccia nel cammino della mia anima.
Rita: la svampita del gruppo. Sempre immersa nei suoi amori e nelle difficoltà che essi le presentano
Cristina: l’attrice comica- drammatica. Con quei suoi pantaloni ad effetto pigiama e quella sua solarità colorava il corridoio dove trascorrevamo le nostre giornate
Bianca. Super disponibili e amante del divertimento.
Margherita dolce e sensibile sempre pronta ad ascoltarmi e consigliarmi.
Giuseppe. Bhè! che dire … Peppe è Peppe definirlo è impossibile. Alle 7:30 del mattino quando i miei occhi faticavano ancora ad aprirsi, lui già pronto con battute, frasi e canzoni. Non dimenticherò mai i suoi slogan come “vota Finizia Presidente”… oppure “Finizia un nome una garanzia”
Valentina. Mia nonna direbbe “sega e non fa rumore”. E’ la ragazza più tranquilla e silenziosa del gruppo. Puntuale come un orologio svizzero.
Anna. La conosco da una vita..Lei è la dormiglione. Dalle una sedia comoda e la rendi felice
Valentina – Luisa – Antonino - Virginia - Maria Rosaria – Marina anche loro, se pur meno delle altre, mi hanno regalato momenti di serenità.
Senza dimenticare le mie colleghe d’ufficio, a cui devo un ringraziamento speciale. Mi hanno sopportato e supportato, mi hanno capito, ascoltata e consigliata nei miei continui cambiamenti di umore. Grazie a Flavia che sono riuscita ad arrivare alla fine di questo lungo percorso ricco di insidie. Al suo apparente “chi se ne frega”ai suoi flirt sparsi per l’Italia e racchiusi nelle sue lunghe chattate su Facebook, tra un file ed un altro. D’ Anna mi porterò il ricordo del nostro progetto iniziale, la nostra voglia di cambiare il mondo, la voglia di aiutare gli altri, il ricordo di quelle candeline che si capovolgevano sul cornetto in attesa della nostra OLP. Mi porto anche il dispiacere di non aver vissuto con lei quest’anno. Di non aver condiviso con lei sorrisi e gioie.
Di entrambe porterò la nostra lunga giornata a Napoli al Convegno organizzato da AMESCI. La sveglia all’alba per prendere insieme quel benedetto treno. Gli occhi curiosi ma allo stesso tempo spaventati di Flavia. Il nostro “AZZ” quando uscimmo dalla stazione della Circumvesuviana del Centro Direzionale dove la città si stava appena svegliando. Tutti i negozi chiusi, per strada pochissima gente e noi tre con la nostra mitica cartina alla ricerca della sede della Regione. Il caffè preso sedute al tavolino in quel bar bruttissimo non lontano dalla nostra destinazione con il cameriere imbranato che faticava a non versare per terra il caffè. I finti capricci di Flavia che voleva andare al McDonald. Le due ore di ritardo del convegno, i buttafuori presenti all’entrata dei bagni, le ore interminabili se da una parte hanno reso questa giornata pesante dall’altra ci hanno fatto trascorrere delle ore divertenti e spensierate.
Un ringraziamento particolare lo devo anche a Raoul e alle sue poche presenza in Ufficio. Il suo giudicare tutti, il suo modo di fare da playboy sfigato, il suo capello sempre phonato e la sua giacca di pelle inseparabile alla Fonzie lo hanno reso unico. La sua impulsività l’ha condotto in uno errore di cui sarà segnato a vita.
Ma non solo i volontari hanno segnato i miei mesi di servizio civile. Ricorderò sempre Mena, la dirigente, con la sua scrivania sempre piena di carte. Dolce e sensibile, non dimenticherò mai i suoi occhi pieni di lacrime quando un giorno parlò di suo papà. Luciana con la sua iperattività con la sua immensa energia e Pina e Cristina sempre pronte a consigliarti.
Ma non è tutto oro quello che luccica. Tante volte ho pensato di mollare tutto, mandare tutti a quel paese. Spesso ho pensato di non essere portata per fare la volontaria. Entrare nella vita delle persone senza sapere neanche da dove incominciare; dove ogni piccola parola doveva essere pesata per non rischiare che venisse fraintesa. Dove la gente ti butta a dosso tutti i loro problemi, le loro paure e spesso pretendevano da me di poter cambiare le cose. Ma una semplice volontaria cosa può fare? Ci sono stati mesi in cui il carico di stress che mi davano le assistenza domiciliari era talmente alto che era necessario un supporto morale, che non sempre ho avuto.
Fortunatamente in “nostro soccorso” è arrivata Imma, la psicologa dell’Informagiovani. Abbiamo parlato tanto ed è grazie a lei che mi sono rimessa in gioco. Che ho schiacciato e superato un paio di mesi di monotonia. Il suo modo di porsi, il suo essere discreto mi ha dato sicurezza e mi ha fatto tirar fuori una parte di me che altrimenti non avrei mai messo in gioco.
Ho parlato di tutti, tranne che di una persona. Un uomo alto, forte e che con il suo spirito da superiore che richiamava sempre tutti agli ordini. Anche se mi ha sempre fatto lavorare duramente, anche se è sempre stato molto pretenzioso, io mi sono sempre trovata benissimo a lavorare con lui.
Mitico comandanteeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!
Il primo giorno che lo incontrai, gli chiesi ma voi chi siete? E lui con quel suo modo da burbero mi rispose: “Come non sai chi sono? Così mi offendi” … io gli risposi “ Mica conosco tutti, io stò qui anche per imparare e conoscere”. Da li è partito tutto.
Provo una profonda stima e rispettonei sui riguardi.

2) Scegli il cuore e dona Amore

Giugno 2008 – una classica sera estiva, i grilli cantavano nell’immenso giardino che circonda la mia piccola casa, in lontananza l’abbaiare dei cani rompevano la monotonia di quei minuti che trascorrevano come un fiume in piena ed io seduta sul dondolo nel mio giardino mi lasciavo cullare dalla leggera brezza che concilia le sere estive. La mia mente era invasa da numerosi pensieri contrastanti tra di loro. Dovevo decidere cosa fare della mia vita. Una frase apparentemente già fatta e troppo grande per una ragazza di soli 22 anni. Nella mia vita ho sempre fatto scelte dettate dal cuore di cui fortunatamente non mi sono mai pentita.
Da circa 3 anni ho adottato, contro i mille dubbi e perplessità dei miei genitori un bambino. Per caso ho conosciuto l’Istituto M.A.M. facente parte dell’Istituto ponteficio per le missioni estere. Dopo due minuti mi sono subito messa in contatto con la Sede M.A.M di Napoli per avviare le pratiche per l’adozione. Nei giorni a seguire la mia curiosità mi portava tutte le sera su quel vecchio Atlante geografico di mia mamma, con le pagine sbiadite e quell’odore di vecchio. Sognavo ad occhi aperti come potesse essere lo scricciolo che stava per entrare nella mia vita. Pensavo alle mille difficoltà che ogni giorno sono costretti a vivere i bambini nel mondo. Senza cibo ne cure mediche, bambini che per sopravvivere sono abituati fin da piccoli a combattere e spesso crescono senza sapere cosa vuol dire amare, senza aver mai avuto un abbraccio ma che hanno sempre stampato sui loro piccoli visi un sorriso, quasi a volerti sfidare. Un sorriso ed una voglia di vivere e crescere che in loro è talmente naturale che ti fa sentire un essere inferiore.
Quando mi è stato recapitato a casa la busta chiusa con le foto ed i dati anagrafici del bambino che avevo adottato subito mi sono collegata su Internet ed ho iniziato a fare ricerche per informarmi sulle cose più semplici che potessi conoscere, dal posto in cui si trova il suo villaggio alle condizioni climatiche, dalla religione alle condizioni igienico-sanitarie. Mekala A. è un ometto di 7 anni con una pelle color caffè e con due grandi occhi neri che esprimono tanta voglia di vivere e allo stesso tempo tanta sofferenza e dolore. Ho cercato fin da subito di mettermi in contatto con il prete che cura la missione in India per avere maggiori informazioni sulla sua vita. Dopo qualche mese di attesa e innumerevoli sollecitazioni ho scoperto che Mekala ha la sfortuna di avere entrambi i genitori lebbrosi e che fortunatamente,però, gli stessi sono sottoposti a cure mediche. Padre Luigi P. mi ha messo a conoscenza che nel loro villaggio è nato da qualche anno un Centro per la cura dei lebbrosi. Ad oggi questa malattia non è più incurabile come alcuni anni fa, la medicina ha fatto passi da gigante anche in un villaggio sottosviluppato come quello in cui vive il mio piccolo Mekala.
L’adozione a distanza è un piccolo gesto che ti riempie il cuore di gioia, con soli 7.00€ si regala ad un bambino la possibilità di crescere con un buon livello di istruzione, di garantirgli cure mediche e cibo per sopravvivere.
Da sempre il motto della mia vita è stato : ” aiutare il prossimo e chi veramente ne ha bisogno ti aiuta a vivere meglio e a far vivere meglio.”
Proprio questo mi ha dato l’input per inviare la domanda di partecipazione al Concorso per il Servizio Civile Nazionale. Inizialmente è nato per gioco. Inoltrai la domanda senza neanche aver letto il progetto. Il giorno della selezione, faceva un caldo bestiale, eravamo in tanti. Mi guardavo intorno e sui volti di tutti i ragazzi c’era tanta preoccupazione. Ero seduta in prima fila, davanti a me la commissione. Mi giro per chiedere informazioni e vedo una marea di folla, i loro sguardi preoccupati persi negli appunti che avevano scaricato da Internet ed io che non avevo letto neanche il progetto fui la seconda ad essere esaminata. Senza perdermi d’animo risposi con fermezza e sfrontatezza alle poche domande che mi furono poste … fortunatamente non riguardavano il progetto ma solo il motto del Servizio Civile a cui dovevo esprimere solo il mio pensiero, non tanto differente a quello che è il motto della mia vita.



“ Ognuno stà solo sul cuore della terra
Trafitto da un raggio di sole
Ed è Subito Sera”

S.Quasimodo


1) prefazione

La storia di una piccola donna

La mia è una breve storia in cui racconto 12 mesi della mia vita, ricchi di stati d’animo contrastanti, emozioni e situazioni differenti. Provo a raccontare un frammento della mia vita condizionata da scelte importanti.


365 362 337